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Arriva la censura per i Poliziotti: "Non dovete lamentarvi sui social"

Paura da parte del capo della Polizia Franco Gabrielli per ciò che dicono i suoi agenti.

Questo è ciò che si capisce leggendo la circolare da lui inviata a tutte le Questure d'Italia, per sensibilizzare il personale sull'uso dei social.

 

Successivamente alla morte dei due agenti uccisi a Trieste, Rotta e Demenego, in tutta Italia sono aumentate le esternazioni dei poliziotti sui loro gruppi whatsapp e sui social.

 

Inevitabilmente alcune dichiarazioni e materiali pubblicati sono finite in mano a giornalisti che hanno iniziato ad indagare, notando così che sempre più spesso si leggono lamentele di agenti che parlano di scarsa sicurezza, materiale inadeguato, poche risorse e di addestramento insufficiente.

 

Complice del malcontento il Ministro dell'interno Lamorgese  che taglia mezzi della polizia.

 

Nel comunicato Gabrielli fa capire in modo diretto ai suoi agenti, citando la sicurezza nazionale, che lamentarsi attraverso i social potrebbe procurare ai poliziotti non pochi problemi; si legge testualmente:

 

"Appare opportuno ribadire che ogni operatore di polizia, in ossequio ai doveri prescritti dall'attuale disciplina, deve non rivelare a terzi informazioni e dati, né pubblicare notizie, immagini ovvero audio relativi ad attività di servizio, interagire nel web tenendo un comportamento sempre improntato al massimo rispetto dei principi costituzionali [...] inoltre il poliziotto dentro e fuori dal servizio deve mantenere un comportamento idoneo per non creare imbarazzo all'amministrazione".

 

Tutto questo ha aumentato notevolmente il malcontento degli agenti che spiegano: "Se ci lamentiamo attraverso i sindacati ci ignorano [...] pensassero a comprarci materiali di buona fattura ed addestrarci come si deve."

 

 

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